La farina d’insetto: avanguardismo o speculazione?

La farina d’insetto è un prodotto ottenuto dalla macinazione di insetti essiccati, come i grilli o le tarme della farina, che vorrebbe imporsi come fonte alternativa e sostenibile delle proteine animali. A seguito della richiesta da parte di “Cricket One“, una società vietnamita che produce farina d’insetto, la commissione europea ne ha approvato la commercializzazione e il consumo. Questa decisione ha destato non poche perplessità, soprattutto in un paese come l’Italia, che vanta una tradizione alimentare molto radicata.

L’aspetto normativo

Ad oggi non esiste ancora una legge specifica a livello europeo che regoli nuovi alimenti, perciò la norma di riferimento è il reg. UE 2015/2283, che descrive i “novel food“, ovvero i prodotti alimentari “privi di storia di consumo “significativo” al 15 maggio 1997 in UE, e che, quindi, devono sottostare ad un’autorizzazione, per valutarne la loro sicurezza, prima della loro immissione in commercio.”

Inoltre, il protocollo di sicurezza sanitaria prevede che l’Autorità Europea sulla Sicurezza Alimentare EFSA effettui la valutazione dei rischi sullo specifico prodotto alimentare di cui è richiesta l’approvazione. Il produttore è tenuto a descrivere e documentare tutte le fasi della filiera, a partire dall’allevamento degli animali (insetti, in questo caso) fino alla valutazione dei valori nutrizionali del prodotto finito, comprensiva di analisi della presenza di eventuali allergeni.

La produzione di farina d’insetto è davvero sostenibile?

Attualmente, nel mondo, la produzione di farina d’insetto è un’attività di nicchia in mano a poche aziende, perciò è impossibile effettuare una valutazione attendibile sulla sua sostenibilità, né tantomeno affermare che sia minore rispetto a quella della produzione della carne. Per giunta, gli insetti necessitano di temperature e umidità elevate per crescere e sopravvivere (24-28 gradi; 75-90%) e questo implica inevitabilmente un elevato dispendio energetico.
Anche la produzione di alimenti per cui vengono destinate queste farine richiede un massiccio consumo di energia, in quanto trattasi di cibo ultra-processato come snack salati o barrette energetiche, che necessitano di numerosi passaggi produttivi prima di ottenere l’alimento finale.

La farina d’insetto può definirsi “salutare”?

Gli insetti sono ricchi di proteine, grassi insaturi, vitamine e minerali, proprio come la carne che siamo abituati a mangiare quotidianamente. La differenza, determinante, è che trattandosi di un prodotto farinaceo, le proteine al suo interno sono altamente concentrate. Questo all’apparenza potrebbe rappresentare un vantaggio nutrizionale, in realtà è una caratteristica potenzialmente pericolosa, in quanto aumenta sensibilmente e inconsapevolmente la quantità di proteine ingerite, il cui eccesso è dannoso per la nostra salute, nello specifico per reni e fegato. Un altro aspetto su cui porre particolare attenzione è la presenza di potenziali allergeni che potrebbero causare reazioni gravi come shock anafilattico o asma. Per questo motivo, è importante che le etichette dei prodotti alimentari indichino chiaramente la presenza di farina di insetto e che i consumatori siano informati dei possibili effetti collaterali.