Secondo il rapporto di Innov-E, Osservatorio sull’Innovazione Energetica di I-Com (Istituto per la Competitività), il numero delle start up energetiche in Italia è in crescita ed il settore dell’energia sta attraversando un periodo di cambiamenti e innovazioni all’insegna del rispetto ambientale e della lotta all’inquinamento.
La principale innovazione sperimentata dal mercato energetico è la “bidirezionalità”: lo sviluppo delle energie rinnovabili ha dato la spinta alla nascita di tante piccole utility e, al tempo stesso, ha posto in essere le condizioni per un consumo più responsabile.
BioEcoGeo_rinnovabili_Il nuovo contesto, contraddistinto dalla diffusione di start up che elaborano fonti di energia rinnovabile, ha determinato un cambiamento anche nel comportamento dei consumatori, più attivo e consapevole. Coloro che sono interessati ad aprire start-up di questo tipo, possono chiedere finanziamenti per start-up ad enti governativi, presentare la loro idea ad investitori oppure utilizzare strumenti di risparmio come HelloSaving! per i finanziamenti di progetti innovativi.
Accanto alle forme di consumo condiviso, frutto di questa maggiore partecipazione è la diffusione dell’Equity Crowdfunding, un nuovo sistema per ottenere questo tipo di progetti, che ha già due piattaforme rivolte al mercato energetico. Il metodo consiste nel presentare l’idea innovativa sul web, chiedendo agli internauti di finanziarla, in cambio di quote societarie.

Le start up energetiche secondo il rapporto dell’I-Com
La situazione rilevata a maggio 2015 delinea un aumento delle start up energetiche in Italia del 20% rispetto all’anno precedente; la maggior parte di esse (59%) si trova al nord, grazie al miglior contesto economico e al gran numero di università e istituti di ricerca, anche se il Centro si distingue per la natalità più alta: 30,6% rispetto al 2,5% del 2014.
Al Sud la percentuale di nascite è crescente ed è passata dal 16,4% del 2014 al 23,2% del 2015; la Campania, con le sue 228 start up, è la prima regione del sud Italia.
Da sottolineare proprio l’indice di natalità totale delle giovani imprese energetiche che ha sfiorato picchi del 40%, mentre il settore dei servizi, quello più diffuso in assoluto (88%), ha registrato solo una natalità del 20%.
Il tasso di mortalità è leggermente inferiore a quello delle altre nuove imprese (7,5% contro il 9% delle altre).
A fronte di un trend in crescita, l’indagine di I-Com ha però rilevato alcuni punti critici:
– L’aspetto di maggior debolezza è rappresentato dalle dimensioni delle nuove realtà energetiche, costituite per il 26.7% da micro-aziende e da un altro 23,3% da piccole imprese. Solo il 30% delle start up energetiche presenta un fatturato che supera i 100.000 Euro.
– L’Italia è, dopo la Spagna, il Paese dell’Unione Europea che investe di meno nella ricerca energetica (1,3 miliardi di dollari contro i 4 miliardi investiti dalla Francia nel 2012).
– Nel campo dei brevetti dell’energia sostenibile, l’Italia, con il suo 1,2%, è molto indietro rispetto agli altri Paesi, anche se l’andamento è in crescita.

I-Com ha anche condotto un sondaggio per valutare l’opinione degli italiani nei confronti dell’innovazione energetica; la maggioranza degli intervistati ritiene che l’energia sia il settore in cui lo Stato dovrebbe rivolgere maggiormente i finanziamenti pubblici per la ricerca; inoltre dal sondaggio è emerso il consenso al ricorso a nuove imposte per sovvenzionare la ricerca energetica.

BioEcoGeo_StartupStart up che propongono progetti innovativi per la sostenibilità ambientale
Nonostante le poche risorse investite in Italia nel settore R&S, negli ultimi anni molte start up si sono distinte nel proporre nuove tecnologie che permettono il risparmio energetico.
Quindi, una volta tanto, la tecnologia viene messa al servizio del benessere del pianeta e della conservazione dell’ecosistema, anziché soltanto dell’interesse economico.
Diamo uno sguardo alle principali idee, ancora in fase di sperimentazione, presentate da alcune start up al fine di promuovere uno sviluppo energetico più responsabile.
Termoweb, azienda leccese, ha messo a punto un sistema che utilizza le connessioni Wi-Fi per controllare la temperatura degli ambienti e poter intervenire su di essa, il tutto senza dover installare costose centraline. Semplicemente collegandosi al portale web dedicato è possibile effettuare il telecontrollo e la telegestione da remoto, agendo sui termostati per risparmiare sui consumi.
Teris Control e Micro TLC hanno creato un software in grado di monitorare la produzione e il consumo degli impianti fotovoltaici, per ottimizzarne il funzionamento.
Wise Power ha sviluppato un generatore di energia che consente di sfruttare la luce, il calore e l’energia cinetica dei dispositivi in movimento per convertirli in energia elettrica.
MiDoMet ha ideato un sistema che consente di monitorare i consumi di acqua e gas tramite internet.
ReBiCo, start up campana, ha progettato un macchinario che consente di trattare la parte organica dei rifiuti per recuperare gas combustibile (Biogas), assolvendo a due importanti compiti: ridurre i rifiuti da smaltire e produrre energia a basso costo.

Nei prossimi anni le utility dovranno fornire servizi sempre più all’avanguardia e non solo energetici, se non vorranno essere sbaragliate dalle web company. Il mercato energetico è così destinato a diventare una “piattaforma” di servizi fruibili tramite App, condivisibili sui social network e che permettono la ludicizzazione dell’efficienza energetica, attraverso competizioni tra clienti.