Sulle pagine di Metro la nostra giornalista, Stefania Divertito, parla della relazione della quarta commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito, presieduta da Gian Piero Scanu, che asepttava da anni.
«L’aspettavo da 18 anni. Da anni ne avevo certezza ma sentirlo dire, ufficialmente, sentirlo affermare come verità incontrovertibile è un’altra cosa» scrive la giornalista sul suo profilo Facebook.
Stefania Divertito, oltre ad essere esperta di temi ambientali – bonifiche mai realizzate, inchieste sui rifiuti e sugli incendi negli impianti di trattamento rifiuti, amianto nelle scuole italiane (da cui è nato il documentario Asbeschool sostenuto da BioEcoGeo), ha raccontato da quasi 20 anni le vite spezzate di soldati come Luca Sepe, Andrea Antonaci, Valery Melis e di tutti (“troppi” secondo la giornalista) i militari che si sono ammalati e hanno perso la vita solo per aver fatto il loro dovere.
Oggi finalmente è arrivata nero su bianco l’incontrovertibile verità tanto attesa: “L’uranio impoverito è il responsabile delle morti dei soldati italiani”. Undici parole importanti che la politica ha impiegato 18 anni a emettere. Nel frattempo, questa verità era stata affermata nei tribunali e, all’estero, nei consessi scientifici. Ma è la prima volta che la politica italiana lo ha ammesso.
“Sconvolgenti criticità” sono state scoperte nel settore della sicurezza e della salute sul lavoro dei militari “in Italia e nelle missioni all’estero, che hanno contribuito a seminare morti e malattie”. A scriverlo nero su bianco è stata la quarta commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito nella relazione finale presentata ieri in conferenza stampa dal presidente Gian Piero Scanu. Scatenando la reazione dello Stato Maggiore della Difesa: “Le forze armate respingono con fermezza le inaccettabili accuse”, hanno scritto. Sottolineando di non aver mai usato l’uranio impoverito. La nella relazione non c’è scritto il contrario. L’uranio impoverito – come Metro scrisse nel 2003 – è responsabile della generazione di nanoparticelle capaci di indurre i tumori che hanno colpito anche i militari. La relazione finale, approvata con soli due voti contrari, è frutto di un lavoro trasversale. La Commissione si è occupata anche dell’amianto, dei vaccini, e dei poligoni militari. “Garantire al meglio la sicurezza e la salute dei militari non è un sogno, è un atto dovuto”, ha detto Scanu.
Uranio impoverito: atti in procura per cercare i responsabili
Non ha usato mezzi termini il presidente Scanu nel j’ai accuse lanciato a nome di tutti i membri della commissione (meno i due che hanno votato contro, Mauro Pili e Elio Vito): la “diffusa inosservanza degli obblighi (…) risulta perfettamente funzionale a una strategia di sistematica sottostima, quando non di occultamento, dei rischi e delle responsabilità effettive”. Le criticità rilevate “hanno contribuito a seminare morti e malattie“, mentre dai vertici la risposta è stato il “negazionismo” che ha diffuso un senso di ingiustizia nelle vittime. Fondamentale è stata l’audizione del prof. Giorgio Trenta, presidente dell’associazione italiana di radioprotezione medica che il 23 marzo 2016 ha riconosciuto la responsabilità dell’uranio impoverito nella generazione di micropolveri e nanoparticelle che possono indurre i tumori che hanno colpito i nostri militari. Prova che aveva già dimostrato con le sue ricerche la scienziata Antonietta Gatti, consulente della Commissione, con l’ausilio di un microscopio a scansione elettronica. Fatto sta che adesso anche per la politica non ci sono dubbi: e infatti la Commissione ha trasmesso gli atti alla procura militare e della Repubblica di Roma. “Perchè vengano individuati i responsabili”.
L’articolo prosegue parlando degli almeno 1.101 militari che sono morti o si sono ammalati per l’amianto che era presente sulle navi, gli elicotteri, gli aerei e le caserme. Dei vaccini e dei poligoni militari. Una relazione che speriamo abbia presto i risultati attesi da quasi vent’anni.