C’è un aspetto poco affrontato del referendum costituzionale che ci chiama alle urne il prossimo 4 dicembre. La riforma del cosiddetto Titolo V: materie fondamentali per i territori passeranno in toto allo Stato e in via esclusiva

Di Stefania Divertito

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[dropcap]Q[/dropcap]uando il Consiglio di Stato ha emesso la sentenza che ha posto fine a una battaglia durata 5 anni, quella dei cittadini di Arborea (Oristano) contrapposti ai petrolieri della Saras, uno dei primi pensieri del comitato sardo guidato dalla sindaca è stato: «Meno male che la riforma del titolo V non è ancora operativa».

«Bisogna sbloccare il Paese da veti incrociati che hanno minato le potenzialità dell’Italia – ha sottolineato il ministro dei Trasporti Graziano Delrio – parliamo di materie le cui competenze saranno esclusive dello Stato ed è giusto così perché la concorrenzialità tra potere centrale e locale ha prodotto un’emorragia di contenziosi e ricorsi».

Quali le diverse posizioni sul Titolo V e cosa cambierà davvero nel caso vincesse il sì o il no?

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