Ridurre l’impatto ambientale mangiando in modo sano. Quello che può sembrare un pensiero utopistico è in realtà il risultato di una ricerca Vox Populi realizzata dalla Fondazione Barilla Center For Food And Nutrition, condotta su 800 ragazzi tra i 18 e i 30 anni in tutta Italia.
Sei ragazzi su dieci considerano le diete sostenibili, ossia quelle che si basano sui cibi della dieta mediterranea, “sicure dal punto di vista nutrizionale (73%) e senza particolari ripercussioni sulla vita sociale (64%)” ma per il 61% degli intervistati possono rivelarsi care, quindi non sostenibili economicamente”.
Tra gli alimenti meno gettonati tra i giovani ci sono uova, pesce, bevande zuccherate e grassi, mentre si riscontra un aumento sempre più cosciente di cereali, olio di oliva, frutta e verdura. Sempre nell’ottica della riduzione dell’impatto ambientale e per ridurre le emissioni di gas, i selezionati dalla ricerca sembrerebbero preferire i cibi prodotti localmente come carne e pollame.
Unico neo riscontrato nell’indagine è il fatto che mangiare “green” e sano rappresenta per i giovani una scelta costosa. Ma i ricercatori del Barilla center hanno dimostrato, utilizzando le quotazioni dell’Osservatorio prezzi italiano, che, mettendo a confronto tre menù – uno vegano, uno vegetariano e uno “carnivoro” – il vegano e il vegetariano hanno più o meno lo stesso costo (sia a Milano che a Napoli) mentre quello a base di carne risulta addirittura più caro degli altri due di 0,85 centesimi al giorno.
Questione spreco – Dalla ricerca emerge un dato importante: il 59% dei giovani dichiara di “comprare solo quello che prevede di consumare” mentre il 70% asserisce di controllare attentamente le date di scadenza sia quando acquista sia quando ordina i prodotti nel frigo. Il 60% degli intervistati ha dichiarato inoltre di riutilizzare gli avanzi di cibo. Tra le buone prassi riscontrate tra il campione di giovani vanno elencate la raccolta differenziata e il risparmio energetico e idrico