Greenpeace, in un suo post, ha dato una nuova definizione dei fiumi che rende perfettamente l’idea: li ha chiamati nastri trasportatori di rifiuti plastici.

Secondo studi recenti infatti, l’80% delle plastiche e microplastiche presenti nei mari si origina in ambienti terrestri e da lì, viene trasportata principalmente dai fiumi nei mari di tutto il mondo. La presenza di plastica negli ambienti marini (sono circa 86 milioni le tonnellate di plastica che navigano nei nostri oceani) è una delle minacce ambientali più gravi dei nostri tempi, tanto che mari e oceani stanno diventando la più grande discarica del Pianeta.

La tecnologia River Cleaning agisce proprio nei fiumi, dove è più importante passare all’azione in questa battaglia.

River Cleaning, il progetto

Il sistema, tutto italiano, è di Mold s.r.l. un’azienda vicentina che ha brevettato a livello internazionale River Cleaning, la soluzione per bloccare, direttamente nei fiumi, lo sversamento di plastica e oli che arrivano ai mari. Il modello River Cleaning consiste in una barriera intelligente costituita da devices che intercettano e trasportano i rifiuti plastici e oleosi dalla superficie del corso d’acqua fino a riva.

La soluzione, unica al mondo, è capace di lavorare senza impedire la navigabilità alle imbarcazioni di qualsiasi dimensione, ed è proprio questo che rende River Cleaning innovativo e imparagonabile rispetto a qualunque altro progetto. L’adattabilità a qualsiasi corso d’acqua, inoltre, permette l’installazione del sistema in quasi tutti i fiumi. Flora e fauna non vengono intaccati, il sistema non interferisce con l’ecosistema fiume ed è a impatto zero sull’ambiente, non richiede energia e lavora 24 ore su 24, necessitando di rara manutenzione.

River Cleaning, inoltre, si fa portavoce di un problema, a livello politico, sull’adeguata legislazione nella gestione della raccolta dei rifiuti a livello nazionale. Purtroppo, la politica, non solo quella italiana, sta affrontando il tema della plastica in maniera ideologica e non risolutiva. C’è bisogno di un cambio di rotta a livello burocratico, per far in modo che i rifiuti vengano intercettati, smaltiti e riciclati a carico della comunità all’interno di ciascun Paese, prima che arrivino in mare, dove il problema diventa di nessuno.

River Cleaning ha bisogno di crescere

Vanni Covolo, CEO dell’azienda, sottolinea «Il progetto ha delle potenzialità enormi e quello che siamo riusciti a dimostrare fino ad ora, con le prove che abbiamo fatto direttamente in acqua, risponde esattamente alle urgenti esigenze del nostro ambiente. Abbiamo però bisogno di sostegno per riuscire a crescere ulteriormente, diventare un sistema di tecnologie chiave nell’economia blu e arrivare a ripulire i fiumi di tutto il mondo». L’azienda ha bisogno di qualcuno che creda nel progetto, che partecipi e che aiuti River Cleaning a raggiungere i fiumi di tutto il mondo. «Ci rivolgiamo a multinazionali in grado di installare impianti o a compagnie internazionali che possano contribuire alle prime installazioni e che possano risolvere la situazione drastica dei nostri mari, per il bene comune» afferma Covolo.

L’obiettivo di River Cleaning è di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della plastica, ora più che mai c’è bisogno di una presa di coscienza sul tema per poter cambiare le cose definitivamente. Il sogno del team di River Cleaning, ma soprattutto del suo portavoce Vanni Covolo, può essere realizzato.