La Grande Mamamusz, il Re di Nieznanowo, l’Imperatore del Sud, il Guardiano di Zwierzyniec.
Non stiamo parlando dei cattivi di turno della Marvel, bensì, di alcune delle più importanti querce sopravvissute in Europa. Questi esemplari si trovano nella Puszcza Białowieża, un’antica selva situata lungo il confine tra la Polonia e la Bielorussia, che rappresenta l’ultimo residuo di foresta temperata di latifoglie che un tempo ricopriva la maggior parte della pianura europea, ora ridotta a circa lo 0,2% della superficie originale.
Con una superficie di circa 1.500 chilometri quadrati (più grande di tutto il comune di Roma, ndr.) questa foresta è rimasta immutata sin dalla fine dell’ultima glaciazione.
Bialowieza ha rappresentato per anni un ecosistema unico nel suo genere, mai scalfito dalla bulimia distruttrice dell’uomo. Iscritta come Patrimonio dell’Umanità e dell’UNESCO e Riserva della biosfera, questo parco è ricco di fauna: 120 specie di uccelli, bisonti, alci, castori, cinghiali, lupi, cervi e tarpani. Non risulta quindi una sorpresa se la foresta è stata un punto di riferimento preziosissimo per gli scienziati che studiano le foreste europee.
Nessuno fino a pochi anni fa avrebbe detto che sarebbe stato un piccolo coleottero a mettere in serie pericolo la foresta più antica d’Europa. La Polonia, infatti, proprio per contrastare l’avanzata del piccolo insetto, il bostrico dell’abete rosso (lungo 4-5 millimetri), ha deciso di approvare il disboscamento su larga scala su Białowieża.
“Stiamo agendo per frenare il degrado della foresta e proteggere le specie che la abitano”, ha dichiarato il ministro dell’Ambiente polacco, Jan Szyszko.
Cosa ne sarà delle 20 mila specie animali che popola l’intera zona? Quello che è certo è che il piano di salvaguardia ambientale attuato dal governo polacco non convince cittadini, scienziati ed ecologisti.
Il piano di disboscamento messo in campo dalla Polonia prevede l’abbattimento di oltre 180mila metri cubi di legno. Secondo gli ambientalisti questo massiccio disboscamento causerà danni irreparabili alla Puszcza Białowieża con una naturale ripercussione, tra l’altro, anche sul turismo.