di Alessia Lombardo e Giulia Ferrati, ACRA-CCS
L’isola di Zanzibar ha da sempre esercitato nell’immaginario europeo un potente fascino esotico, soprattutto grazie alla stratificazione culturale dell’isola che, nel corso dei secoli, ha attirato a sé esploratori, viaggiatori e turisti di ogni tipo.
Zanzibar è uno dei centri indiscussi della cultura Swahili: un armonioso crogiolo che mescola geni e culture diverse, senza tuttavia annullare del tutto i confini tra essi.
L’equilibrio multiculturale Swahili è perfettamente sintetizzato dalla città di Stone Town che, per la sua posizione geografica e per il suo ruolo nei traffici commerciali nell’Oceano Indiano, ha rappresentato per secoli l’epicentro di tale cultura.
L’architettura, la cucina, la musica, i costumi della popolazione, tutto a Zanzibar rivela le molteplici sfaccettature della sua cultura e contribuisce ancora oggi ad alimentarne il mito in giro per il mondo. La ricchezza culturale di quest’isola si può toccare con mano camminando per le stradine e i vicoletti di Stone Town in cui si alternano edifici di grande valore storico di epoche e influenze diverse: dalle residenze private di mercanti e notabili di ogni tempo, passando per templi, chiese e moschee, fino al forte portoghese attorno a cui si dispiega la città vecchia. L’unicità del patrimonio architettonico e culturale di Stone Town ha portato l’UNESCO, nel 2000, ad iscrivere la città tra i siti Patrimonio dell’Umanità in quanto concreta manifestazione dell’armonizzazione delle tradizioni africane, arabe e indiane, sia dal punto di vista architettonico, sia da quello culturale. Nonostante il turismo di massa stia impoverendo in molti modi la cultura e le tradizioni della popolazione zanzibarina, esistono progetti e Ong che lavorano con grande impegno per la conservazione della cultura swahili. Una di esse è la Busara Promotions, un ONG locale che ogni anno a febbraio organizza a Zanzibar il “Sauti za Busara“, il festival della musica africana che raduna musicisti provenienti da tutto il continente.
Il Festival
“Sauti za Busara” è più di un semplice festival musicale: questo evento infatti, si propone di contribuire attivamente allo sviluppo culturale e sociale dell’Africa Orientale in generale, e di Zanzibar in particolare. Il festival si inserisce perfettamente nel solco della tradizione multiculturale swahili, promuovendo la diversificazione e lo scambio culturale come strumenti di pace fondamentali per la costruzione di una società pluralistica. Inoltre, sviluppando opportunità e competenze in ambito musicale e rafforzando reti e collaborazioni regionali e internazionali il festival contribuisce alla progressiva affermazione di un’industria musicale est-africana capace di imporsi a livello mondiale. Il periodo del festival rappresenta un momento unico per comprendere a pieno lo spirito dell’isola perché permette di immergersi nella cultura secolare di Zanzibar risvegliandone il fascino. Una cultura nata dall’interazione di culture diverse non può vivere se non attraverso il continuo scambio con il diverso e l’altro: sta a noi capire se siamo pronti a questo scambio.