wpd italia monitora l’aria di Roma lungo il percorso casa-lavoro dei dipendenti

Che aria tira a Roma? Se lo sono chiesti i dipendenti di wpd Italia e, per scoprirlo, hanno partecipato all’attività di citizen science lanciata dall’associazione Cittadini per l’aria.

wpd Italia, azienda che opera nel settore delle energie rinnovabili, nel mese di febbraio ha partecipato alla campagna Salviamo l’aria: NO2, No grazie!, un’attività di citizen science lanciata dall’associazione Cittadini per l’aria e che punta a misurare i livelli di biossido di azoto (NO2) nelle aree metropolitane di Milano e Roma. Il biossido è un gas inquinante che causa gravi danni alla salute soprattutto nei bambini e che viene prodotto per lo più dai veicoli diesel.

Dalla raccolta e rielaborazione dei dati nascerà una mappa interattiva pubblica, utile per prendere coscienza dei livelli di esposizione all’inquinamento atmosferico e per portare all’attenzione delle autorità locali la necessità impellente di politiche incisive di drastica riduzione delle emissioni di agenti inquinanti.

«Tutta la sede ha aderito con grande entusiasmo al monitoraggio dell’aria nella città di Roma» afferma Cristina Coppi Communication and marketing manager di wpd Italia.
«Siamo infatti molto interessati a capire quanto sia davvero inquinata l’aria della nostra città perché spesso abbiamo la sensazione che ciò che respiriamo non sia così salubre e che molti disturbi legati alle vie respiratorie siano causate proprio dall’inquinamento. Abbiamo scelto di posizionare i campionatori lungo i nostri percorsi casa-lavoro perché siamo consapevoli che il maggior impatto sull’ambiente lo produciamo proprio in quegli spostamenti quotidiani che, in una città grande come Roma, non sempre sono fattibili unicamente con i mezzi pubblici».

La campagna di monitoraggio dell’aria rientra in un piano di sostenibilità più ampio che wpd AG, headquarter tedesco, ha lanciato nel 2019 a livello globale e che mira alla riduzione dei suoi impatti sull’ambiente in tutte le filiali e, laddove non sia possibile, alla loro compensazione.

«Supportiamo progetti di cooperazione in molti paesi differenti – continua Cristina Coppi – Crediamo sia importante contribuire a uno sviluppo sostenibile in tutto il mondo, anche in luoghi in cui non abbiamo sedi. È per questo, ad esempio, che siamo presenti in Costa Rica con progetti di riforestazione, in Pakistan con progetti di sostituzione delle lampade a petrolio con lampade solari e infine in Nepal con un progetto che mira alla sostituzione dei fornelletti a gas con dei piccoli impianti di autoproduzione di biogas. In quest’ultimo caso, ci piace ricordare che contribuiamo anche all’empowerment femminile perché spesso le attività di trasporto delle bombole sono in capo al genere femminile».

«Tornando alle attività a tutela dell’ambiente a noi più vicino – conclude Cristina Coppi – attendiamo con fiducia e curiosità gli esiti del monitoraggio».