L’approccio ad uno sviluppo sostenibile basato sull’economia circolare è nel DNA di Unifarco. Il progetto che coinvolge i produttori di “Zafferano Dolomiti®” – agricoltori bellunesi uniti dal 2017 nell’Associazione omonima che fornisce l’oro rosso all’alta ristorazione – va proprio in questa direzione.
Un’iniziativa che parte dalla considerazione che non esistono rifiuti ma che ogni materiale di scarto di una filiera può essere utilizzato come materia prima seconda in un’altra. È il caso dei petali di zafferano, non usati a fini alimentari e quindi in genere fatti uscire dal ciclo produttivo. Eppure, l’associazione Zafferano Dolomiti ha riscontrato che per produrre 500 g di stigmi erano necessarie ben 123.000 unità con uno scarto in petali di circa 40 kg. Cosa farne di questo materiale? La risposta è arrivata dal team di Ricerca e Sviluppo di Unifarco che ha cominciato a studiare i fiori per capire se potessero avere delle applicazioni in campo cosmetico, evitando quindi che fossero gettati come scarti.
Lo studio ha avuto inizio dall’analisi dei petali per valutare la concentrazione di flavonoidi (pigmenti vegetali con effetto anti-ossidante). Il team di lavoro si è poi concentrato sulla loro estrazione, utilizzando 12 diverse miscele e solventi e differenti tecniche estrattive. Contemporaneamente, è stata valutata l’impronta ambientale sia del solvente sia del metodo di estrazione attraverso l’approccio di LCA, con il calcolo del Global Warming Potential.
Su questa base, incrociando le rese di estrazione con i valori di impatto ambientale, è stata selezionata una tecnica estrattiva particolare come la sonicazione (ossia estrazione di flavonoidi tramite onde sonore ad alta frequenza – Ultra Sound Assisted Extraction) e si è ottenuta una miscela ricca di polifenoli come la rutina. Miscele di solventi di estrazione differenti hanno permesso di estrarre miscele di polifenoli diversi, con caratteristiche specifiche: una in grado di agire inibendo l’elastasi, enzima cardine della destrutturazione della matrice extracellulare del derma, e una con azione sulla tirosinasi ad effetto quindi illuminante.
Quest’ultimo estratto sarà presente dal 2022 in alcuni prodotti Dolomia proprio per il suo effetto depigmentante.
“Questo caso di successo ci permette di capire cosa significa oggi sostenibilità: vicinanza e collaborazione con il territorio, cooperazione tra filiere diverse per ridurre lo spreco di risorse ed investimenti in ricerca” ha dichiarato Gianni Baratto, Scientific Vice President Unifarco.