C’è un libro che ogni viaggiatore dovrebbe conoscere, Baku, elogio dell’energia vagabonda, dello scrittore e viaggiatore francese Sylvain Tesson, un autentico “Russia Rider”, grande conoscitore e amante di questo Paese, un uomo che merita di essere annoverato fra i moderni scrittori-viaggiatori più illustri, alla stregua del grande Ryszard Kapuściński.

2_ Al nord della Russia @ Simonetta Sandri
Nord della Russia

Una cosa è senza dubbio vera: molti di noi hanno il virus del viaggio. Non vogliamo certo curarlo, perché è assolutamente incurabile, ma desidereremo cercare di capire come (con)vivere con esso. Per questo, Tesson va conosciuto. E per il fatto di vivere, come lui, con energia, fermandoci ad ascoltare l’infuriare della Natura nella sua tempestosa solitudine e silenziosa immensità, a capire e a capirsi, a immaginare e immaginarsi, a sognare e a sognarsi.

Sylvain Tesson si era definito, come Goethe, un vero Wanderer, già nel suo Piccolo Trattato sull’Immensità del Mondo del 2005, dove evocava il viaggiatore senza alcun attaccamento o legame materiale, un uomo che non si aspetta nulla dal mondo ma che si accontenta di percorrerlo, di viaggiare, solitario, in ascolto solo dei bisogni del proprio corpo e senza attendersi nulla dal cammino preso in prestito. Spazio, silenzio, solitudine fertile, ritmo, spettacolo, confidenze alla e sulla carta, voglia di librarsi in aria, pace e ancora pace. A volte disperazione ma poi fiducia e ancora fiducia. Ricchezza, solitudine, assenza di qualsiasi legge che non sia quella della Natura. Freddo rigido, ma anche tepore, il caldo dei pensieri liberi da ogni condizionamento, in pace con se stessi. Spazi vergini e incontaminati, aliti di vento leggermente intorpiditi e ricoperti di brina. Sempre in viaggio, in un viaggio energetico.

Esperimento di vagabondaggio interiore, quello di Baku, elogio dell’energia vagabonda è un viaggio fisico, in bicicletta e a piedi, un percorso dell’energia, dall’energia, con energia, attraverso l’energia e verso l’energia, quella interiore, forza e riserva che ci danno spesso anche irrequietezza. Mi piace collegare le parole energia, riserve ed esplorazione e giocare con esse. Termini che toccano la stretta relazione uomo-natura, che legano la profondità della terra e delle sue ricche risorse con quanto si può trovare nelle profondità dell’animo di ogni essere umano.

Mi piace leggere, nelle belle e scorrevoli pagine di Tesson, una ricerca di questa energia, che si può ritrovare grazie alla volontà di conoscere un luogo attraverso le sue storie e i suoi abitanti. Anche questo facciamo, ogni giorno, con costanza e impegno. O almeno ci si prova.

Tundra russo-norvegese
Tundra russo-norvegese

Un uomo-scrittore, una bicicletta, un oleodotto, tre mari, centinaia di chilometri solitari. Questo incredibile e affascinante libro racconta un viaggio a due ruote dal lago Aral fino al Mar Caspio, attraverso l’Azerbaïdjan, Baku, la Georgia e la Turchia; un viaggio fisico che diventa un vero e proprio cammino di scoperta sulle tracce dell’energia e della sua forza. Approfittando dell’attraversata di terre con immenso valore per il loro petrolio, lo scrittore consacra il proprio tempo a un’attenta riflessione sul mistero stesso dell’energia. Petrolio e forza vitale presuppongono, infatti, lo stesso principio fondamentale: l’essere umano racchiude un giacimento di energia che adeguate trivellazioni possono far sgorgare. Bella l’immagine dell’energia umana che può affiorare come il petrolio dalla natura, incredibile la definizione dei libri come barili di greggio. Impensabile ma scritto davvero, scolpito sulle pagine che scorrono sotto dita frementi e curiose di continuare nella lettura. Legame da non perdere, da ritrovare.

Tesson ci indica, poi, che questa forte energia umana si nutre di cambiamento e che, nella vita, il fuoco della novità rompe con irruenza le catene della monotonia e dona ai giorni la loro potenza. L’energia dell’esistenza è contenuta nella propria incertezza dell’avvenire, anche per lui, viaggiatore, che arriva a pedalare a lungo, tanto, instancabile, quasi meccanicamente, senza pensare al tempo che fu e senza dubitare del tempo che sarà. Per vivere questa energia, il segreto dimora nell’astrarsi dal concetto di durata, perché per provare l’intensità del momento non bisogna né rapportarsi all’esperienza del passato né commisurarsi alla speranza dell’avvenire.

Quando non c’è energia non c’è colore, forma o vita, avrebbe detto Caravaggio. Non c’è energia se c’è abitudine. Non c’è energia se ogni istante non si crea e si ricrea.

Fotografie di Simonetta Sandri, Tundra russo-norvegese