Si chiama Multiple Chemical Sensitivity ed è una sindrome che lo stato italiano non riconosce sebbene ne soffra più del 3% della popolazione. Chi è colpito da questa malattia pare “allergico al mondo”: profumi, cibi, metalli e onde elettromagnetiche. Finisce per vivere in completo isolamento e reclusione.

Serena Loatelli, dal 2010 affetta da MCS
Serena Loatelli, dal 2010 affetta da MCS

Nonostante la comunità scientifica sia divisa sul tema, decenni di ricerche confermano dei punti in comune sulla sua natura di origine ambientale e in paesi come Stati Uniti, Germania, Finlandia, Gran Bretagna, Spagna e diversi altri stati europei è stata riconosciuta come malattia e sono previste terapie.
In Italia la malattia è stata invece spesso accostata a un problema psichiatrico e, ancora adesso, non è riconosciuta a livello nazionale. Le sole speranze vengono dai singoli casi regionali, dove la MCS é riconosciuta come malattia rara (anche se da alcuni dati non lo sembra affatto, visto che colpisce una percentuale della popolazione che può superare il 3%), ma è ancora un risultato insufficiente, dal momento che, come sostiene la dottoressa Alessandra Viola, assistente del professor Genovesi (uno dei massimi esperti in Italia di tale sindrome): «Ad eccezione di poche realtà come la regione Marche, che riconosce un rimborso, i malati devono sostenere in proprio quasi tutte le spese. Molti, la maggioranza in realtà, finiscono con l’isolarsi anche e soprattutto per l’impossibilità ad accedere alle cure e alle terapie (che sono per gran parte non convenzionate con il SSN)».
La speranza
Ma oggi qualcosa sembra si stia smuovendo anche in Italia. Dal prossimo anno, i malati di MCS potranno confidare in un nuovo centro specializzato nel cuore dell’Umbria, a Torgiovannetto, sul monte Subasio (Assisi) dove è in  ristrutturazione e preparazione per le specifiche necessità dei pazienti, una nuova struttura dedicata ai malati di MCS.
Ce lo racconta sulle pagine del nuovo numero di BioEcoGeo, il Dottor Gianni Giovannini, dirigente Regionale responsabile di malattie rare e disabilità della regione Umbria.
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