La decisione è presa: niente più glifosato nelle campagne di Casalduni, piccolo paese in provincia di Benevento.
A emanare tale ordinanza è stato il sindaco Pasquale Iacovella, che ha vietato l’utilizzo del diserbante nelle vicinanze di abitazioni, strade provinciali e comunali, delle sponde dei fiumi e in presenza di venti o piogge che ne agevolano la dispersione. Le multe previste per chi trasgredisce vanno da un minimo di 25 Euro a un massimo di 500.
Il Sindaco fa sul serio e ha agito dopo aver ascoltato i propri cittadini, le associazioni del territorio (in particolare la onlus iCoraggiosi) e essersi informato sulle caratteristiche del glifosato, erbicida utilizzato soprattutto in agricoltura ma anche per la pulizia delle strade pubbliche.
Finora l’esposizione a tale pesticida risultava correlata a un aumento dei casi di leucemie infantili e malattie neurodegenerative, Parkinson in testa.
Dal documento rilasciato a marzo dallo IARC, Agency for Research on Cancer, emerge invece una forte correlazione epidemiologica tra l’impiego del glifosato (riscontrato anche nel sangue e nelle urine degli agricoltori) e il linfoma non-Hodgkin. Nuovi studi sono necessari per fare chiarezza, ma questo è un allarme che il primo cittadino non ignorato.
«Ho valutato gli effetti del glifosato e sono devastanti per le persone. Avremmo dovuto discuterne in consiglio, ma al momento c’è il bilancio da votare e per questo ho vietato l’uso, o meglio ho deciso di limitarlo, in molte zone».
Iacovella non nasconde neanche le sue preoccupazioni per la dipendenza che il diserbante determina: una volta iniziato l’utilizzo, è necessario infatti continuarlo per evitare la ricrescita di erbacce e con effetti che si manifestano a distanza anche di 10 -15 giorni dall’utilizzo.
Una lotta senza esclusione di colpi quella del Sindaco che continuerà ad agire per il benessere dei suoi cittadini fino a quando non sarà fatta chiarezza sulla tossicità del glifosato.