Di potenzialità italiane e della nuova era della mobilità elettrica se ne è parlato a Roma durante la presentazione del rapporto “100 e-mobility stories”, promosso da Enel e Fondazione Symbola.
 
BioEcoGeo_100 e-mobility stories
 
L’Italia ha ancora molto da fare a livello di mobilità elettrica, sia a livello di infrastrutture che di diffusione di auto ad emissioni zero. Basti pensare che, mentre in Paesi come la Norvegia o i Paesi Bassi i veicoli elettrici rappresentano rispettivamente il 25% e il 10% del parco auto circolante, in Italia si scende a un misero 0,01%. C’è da disperare? Al contrario. Le enormi potenzialità del Belpaese, unite al fatto che la mobilità sta entrando in una nuova era, fanno intravedere uno scenario diverso da quello attuale, più sostenibile ed efficiente.
Se ne è parlato in questi giorni a Roma durante la presentazione del rapporto “100 e-mobility stories”, promosso da Enel e Fondazione Symbola.
Lo studio, un volume di 219 pagine che riporta in ordine alfabetico 100 casi italiani di successo di mobilità elettrica, offre uno spaccato molto interessante del nostro Paese: quello “innovativo, visionario e competitivo” fatto di aziende spesso medie e piccole talmente avanti da primeggiare a livello globale nelle tecnologie legate all’e-mobility. È la “piccola grande Italia”, come l’ha definita sul suo profilo Twitter l’Amministratore Delegato di Enel, Francesco Starace, ricordando il quarto posto occupato dal Belpaese in termini di capacità energetica rinnovabile (32 Gigawatt).
Sì, perché in Italia le basi per l’auto elettrica ci sono. O quasi. Allo sviluppo delle energie rinnovabili e delle reti di distribuzione intelligenti, alla maturità delle tecnologie di stoccaggio dell’elettricità e quella dei motori si devono infatti affiancare “strategie lungimiranti e politiche adeguate”. Oltre che ovviamente infrastrutture adeguate e, ultimo ma non meno importante, un balzo culturale che porti gli automobilisti a prendere davvero sul serio questi veicoli.
Una vera e propria sfida, sia sul piano ambientale della lotta ai cambiamenti climatici e dell’inquinamento (in Europa un quarto delle emissioni climalteranti è prodotto dai veicoli) che occupazionale, tema particolarmente caro a un Paese che sembra perennemente in crisi. Una sfida che si può vincere, in questi prossimi anni, anche grazie alle realtà operanti nella filiera italiana della mobilità elettrica raccontate in “100 Italian e-mobility stories”, rapporto in cui si passa agilmente dalla realizzazione dei veicoli alla durabilità delle batterie, dalla componentistica al design, fino al recupero dei materiali in un’ottica circolare.
“L’Italia è il Paese dei talenti, soprattutto nell’ambito del design e della manifattura, e il settore della mobilità elettrica non fa eccezione. Con questa raccolta di storie vogliamo celebrare l’eccellenza del Made in Italy, ma anche dare un impulso alla diffusione dei veicoli elettrici”, commenta Francesco Starace: “Enel, insieme ad alcune delle principali case automobilistiche, è in prima linea nello sviluppo di offerte e servizi integrati per i clienti e di una infrastruttura di ricarica capillare, come quella che stiamo realizzando lungo l’asse autostradale italiano”.
La diffusione di auto elettriche nel mondo sta crescendo rapidamente. Non solo in Cina, Stati Uniti, Norvegia e Olanda, che da soli rappresentano un cospicuo 70% del mercato globale, ma anche nel contesto europeo, dove nel primo trimestre del 2016 i veicoli a zero emissioni hanno incrementato le vendite del 33% rispetto all’anno precedente. L’Italia, in tutto ciò, può azzerare il gap e, attraverso nuovi modelli di business e servizi inediti per i clienti finali, diventare l’avanguardia europea nella nuova mobilità. Un’opportunità che sarebbe un peccato perdere.
“L’Italia è un Paese in cui i problemi convivono con le eccellenze. Sa innovare senza perdere la sua anima, guarda al mondo coi piedi ben piantati sui territori e tra le comunità, scommette sulla coesione e sulla qualità”, afferma il Presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci: “È da questi talenti, da queste energie che dobbiamo partire: incoraggiandoli, valorizzandoli e portandoli a sistema. Solo se l’Italia fa l’Italia, saprà affrontare con successo le difficoltà che la attendono”.