Nell’inferno di Teirkidi/Kule, oltre 150mila fuggiti dalla guerra tribale sudanese. Il presidente: «La cooperazione è il volto migliore dell’Italia».

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Mercoledì il presidente della repubblica Sergio Mattarella, durante una missione in Etiopia, ha visitato  i campo rifugiati di Teirkidi/Kule, nella regione di Gambella, al confine etiope con il Sud Sudan, uno dei più grandi in Africa. I due campi ospitano complessivamente 150mila rifugiati, la gran parte fuggiti dalla guerra tribale nel Sudan che oppone l’etnia Dinka a quella Nuer.

Una visita importante, quella presidenziale in Etiopia, che cementa le relazioni tra i due paesi e riporta l’attenzione sulla cooperazione come strategia di lotta al terrorismo, alla povertà e di contenimento dei fenomeni migratori.

«Le ong sono la parte bella del nostro paese » ha dichiarato il presidente durante un incontro di alto livello ad Addis Abeba. E ha aggiunto: «È assolutamente necessario affrontare seriamente i fenomeni migratori e occuparsi delle condizioni da cui nascono. Devono migliorare lì le condizioni anche perché – ha concluso – nessuno lascerebbe la propria terra se potesse vivere in pace e in maniera accettabile nei Paesi dai quali proviene».

Etiopia

L’Etiopia oggi ospita, secondo l’Alto Commissariato per i rifugiati oltre 650mila persone, la gran parte proveniente da Sud Sudan e Eritrea. Numeri importanti, che mettono il paese al primo posto in Africa per numero di persone accolte. E l’Italia non fa  segreto di guardare alla Leonessa d’Africa come il nuovo partener nella lotta ai flussi migratori dell’africa sub-sahariana

I toni della visita sono stati ben accolti dal mondo della cooperazione. «Salutiamo con soddisfazione il primo viaggio del Presidente della Repubblica sul suolo del Continente africano e ancora di più siamo soddisfatti che questa missione inizi dall’Etiopia, un Paese sicuramente in crescita sul piano economico, ma che ha ancora bisogno di porre l’attenzione alle questioni inerenti i diritti umani, lo sviluppo umano ed alla pesante carestia che in molte aree di nuovo attanaglia milioni di persone», ha affermato Gianfranco Cattai, presidente dell’organizzazione non governativa FOCSIV.

Nei campi visitati da Mattarella la cooperazione italiana supporta numerosi progetti WASH, legati cioè all’acqua e all’igiene. «Recentemente la cooperazione Italiana ha finanziato un progetto per sostener l’accesso all’acqua potabile nei campi Kule e Teirkidi e per la comunità ospitante di Itang. Il progetto ha portato alla realizzazione con UNICEF di 10 pozzi e serbatoi di accumulo (con una capacità di 760m) per garantire l’accesso all’acqua potabile nei campi rifugiati, che oggi versano in condizioni di forte instabilità.

Sullo sfondo della visita del presidente è emersa anche un’altra grande emergenza in corso in Etiopia: la siccità record che ha colpito il paese. Complice la morsa di el Niño combinata agli effetti del riscaldamento globale, da mesi l’assenza di piogge ha messo in ginocchio numerose regioni dell’Etiopia. Oltre il 75% dei raccolti è andato perduto, mentre oltre un milione di capi sono morti a causa della mancanza d’acqua. E secondo gli esperti ONU la siccità prolungata potrebbe richiedere il supporto con derrate alimentari per 10-15 milioni di persone, a causa della crisi alimentare che giorno in giorno si sta rendendo sempre più evidente.