Ha percorso 70 anni di storia italiana e ora si appresta a rivoluzionare il mondo della pasta con prodotti completi e che pesano il meno possibile sull’ambiente.
La storia della famiglia Sgambaro, e dei loro prodotti, risale allo scorso secolo quando Tullio Sgambaro,  nonno dei tre attuali nipoti al timone dell’azienda (Pierantonio, Roberto e Flavio, ritratti nella fotografia), inizia il mestiere di mugnaio (1937) nel suo mulino di Cittadella per poi affiancarla, negli anni ’60, all’attività di pastificio, concentrando la produzione nello stabilimento di Castello di Godego (TV).
Da quel momento in poi, l’impegno è rivolto al totale controllo della filiera al fine di avere la tranciabilità di ogni singolo prodotto. «Noi, arrivati alla terza generazione, ci siamo concentrati sulla svolta verso la sostenibilità ambientale della nostra azienda» afferma Pierantonio, Presidente di Sgambaro, in un’intervista a BioEcoGeo.
BioEcoGeo_roberto_pierantonio_e_flavio_sgambaro
«Siamo stati la prima azienda in Italia a certificare un pacco di pasta fin dall’origine e a ottenere la dicitura “100% Grano Duro Italiano” e “km zero”. Oggi, tutta la pasta di grano duro italiano Sgambaro è prodotta con la migliore materia prima del Veneto, dell’Emilia, della Lombardia e del Friuli Venezia Giulia. È fondamentale che le coltivazioni siano vicine per abbattere il più possibile le emissioni di CO2».
Non solo km0, ma l’azienda punta a tenere basso il proprio impatto sull’ambiente, utilizzando solo energia proveniente da fonti rinnovabili (idroelettrico), viaggiando su auto aziendali elettriche e acquistando crediti volontari per compensare le emissioni di CO2 che comunque l’attività produce. «L’azienda acquista crediti di carbonio per salvaguardare i boschi all’interno dei comuni di Lusiana (VI) e nel Comune di Mel (BL)» continua Pierantonio.
Il meccanismo è diretto quanto efficace: le amministrazioni locali rinunciano al taglio del legname e Sgambaro ricompensa il loro mancato guadagno sostenendo i costi della cura e manutenzione degli alberi fino ai trent’anni d’età. Nei due comuni veneti, 600 ettari di boschi ad alto fusto oggi contribuiscono a ridurre del 35% le emissioni della linea Sgambaro, che oggi può dunque presentarsi come una pasta sostenibile a tutti gli effetti. «La compensazione delle emissioni è qualcosa in cui crediamo molto, tanto che siamo stati gli apripista di questa attività anche in tempi non sospetti. L’unica condizione che però ho sempre posto è stata la prossimità: la nostra compensazione deve essere un vantaggio per i nostri territori. Ecco perché, dallo scorso giugno, sosteniamo anche un progetto di stoccaggio di anidride carbonica nella Laguna Veneta».
I grani utilizzati da Sgambaro sono tutti biologici e, oltre al grano duro, vengono utilizzati anche grani antichi come per esempio il farro monococco, che «sebbene abbia una resa inferiore rispetto ad altri tipi di grani – conclude il Presidente di Sgambaro – è molto rustico e resistente perciò necessita di meno trattamenti. Il che rende l’impronta della nostra pasta ancora più leggera».
I prodotti Sgambaro oltre che 100% Made in Italy sono anche per lo più venduti sul territorio nazionale con solo il 15% di prodotto esportato. È possibile trovare i numerosi formati di pasta Sgambaro nei supermercati e sul sito dell’azienda dove, in aggiunta, abbondano gustose ricette.